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Bormio, 6/12/2024


 

“ Le battaglie per il San Matteo „

Prima Guerra Mondiale sullo Stelvio

Un' aspra battaglia tra alpini italiani e truppe austriache venne combattuta per la conquista della vetta del San Matteo (3678 m.) nell’estate del 1918. L’altitudine della cima e le difficili condizioni ambientali fecero si che quest’episodio storico abbia assunto un qualcosa di leggendario e epico.

Gli austriaci avevano il controllo della vetta dalla quale potevano agevolmente cannoneggiare i nostri convogli che transitavano sulla strada del Gavia e le nostre postazioni sul Tresero, sul Dosegù e sul Vallombrina.

Per questo motivo il nostro comando decise di intraprendere un azione per la conquista della cima che rivestiva un importante punto strategico per gli equilibri del conflitto.

Il 13 agosto 1918 ebbe inizio l’assalto delle nostre truppe con un azione ben pianificata: allo scopo vennero impiegate cinque colonne di alpini tra le migliori a disposizione del nostro comando.

Il piano prevedeva che la prima colonna, composta dal Gruppo Guide Ardite della Val Zebrù guidato dal sergente Pietro Caimi, risalisse la cima del San Matteo attraverso la parete Nord-Ovest mentre una seconda colonna, composta da trentuno soldati agli ordini del tenente Giovan Battista Compagnoni, sarebbe risalita attraverso la cresta Sud-Ovest attraversando la vedretta del Dosegù.

La terza colonna, capitanata dal tenente De Filippi, nel frattempo avrebbe aggirato il Mantello per poter intervenire in caso di bisogno. Mantello che rappresentava invece l’obbiettivo per la quarta colonna di soli nove uomini che avevano il compito di occuparne la cima.

La quinta colonna infine aveva l’ordine di intervenire durante la fase finale dell’azione per costringere alla resa il nemico.

Inoltre, il capitano Bertarelli, con la sua 306esima compagnia skiatori Monte Ortles era pronta a dare supporto in caso di necessità.

Cominciò quindi l’assalto preceduto da un azione di cannoneggiamento della vetta da parte delle nostre truppe: gli austriaci, presi di sorpresa, vennero quasi tutti fatti prigionieri e la cima San Matteo, assieme a quella del Mantello, passarono finalmente in mano italiana.

Venne quindi organizzato un presidio sulla vetta ad opera del capitano Berni e dei suoi uomini della 307esima compagnia Skiatori Monte Ortles.

Gli Imperiali, feriti nell’orgoglio per la sconfitta, si riorganizzarono immediatamente per passare al contrattacco. Incaricata dell’assalto fu la terza compagnia del battaglione d’assalto del primo reggimento Kaiserschutzen che passò all’azione il 3 settembre 1918 con un gran dispiegamento di forze.

Il bombardamento alla postazione italiana fu massiccio e incessante e fece crollare la volta della galleria scavata nel ghiaccio dove il capitano Berni, con i suoi uomini, aveva approntato le nostre difese. Per i nostri alpini non ci fu scampo: il corpo del capitano Berni rimase per sempre intrappolato nel ghiaccio.



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